DAISY E APPLE TRADE IN: FILIERA CIRCOLARE E ROBOTICA VS IMPATTO AMBIENTALE

I nostri dispositivi elettronici, una volta esaurita la loro vita, diventano veri e propri rifiuti; contribuendo all’aumento dell’impatto ambientale.

Una delle aziende che ha, finalmente, iniziato a voler contribuire nel ridurre questo impatto è Apple.

Apple, infatti, si è posta come obiettivo la riduzione del proprio impatto ambientale, entro il 2030: producendo energia pulita, utilizzando materiali riciclati e riciclando i rifiuti elettronici.

Programma Apple Trade In

Proprio per l’ultimo punto dell’obiettivo, è nato il programma Apple Trade In: i clienti Apple possono, attraverso gli Apple Store o il sito ufficiale, affidare i propri vecchi dispositivi all’azienda; se in buone condizioni, vengono ricondizionati a nuovo, mentre, se irrecuperabili, vengono spediti a un laboratorio per il recupero dei materiali. Il cliente, in cambio della sua azione, può ricevere un credito e scalarlo subito dal proprio acquisto, per sostituire il vecchio dispositivo, o caricarlo su una carta regalo, da utilizzare in un acquisto futuro.

Il servizio è disponibile anche in Italia dal 2014.

Come ha affermato Lisa Jackson, vice presidente per l’ambiente, le politiche e le iniziative sociali di Apple, “Il riciclo responsabile deve diventare una componente importante della filiera dell’elettronica e Apple sta percorrendo una nuova strada che aiuterà il settore a fare passi avanti in questo senso”.

Apple Trade In è un chiaro esempio di programma che facilita la filiera produttiva circolare; promuovendo i processi di recupero dei materiali.

Ciò si basa sull’economia circolare, ovvero, un sistema che si basa su tre principi “le tre R”: Ridurre, Riusare e Riciclare.

“Ci impegniamo a progettare prodotti che i nostri clienti potranno usare per molto tempo. Quando è ora di riciclarli, speriamo che la comodità e i vantaggi dei nostri programmi incoraggino tutti a portarci i loro vecchi dispositivi“; afferma Lisa.

Per farci un’idea, solo nel 2019, sono stati ricondizionati 11,1 milioni di dispositivi; risparmiando più di 47.000 tonnellate di rifiuti elettronici.

Conosciamo Daisy

Tutti gli iPhone che vengono selezionati per il recupero dei materiali vengono spediti ad Austin (Texas) o nelle periferie di Breda (Paesi Bassi).

In questi due posti è stata collocata Daisy: un robot capace di smantellare le varie componenti degli iPhone che vanno dall’iPhone 5 all’iPhone 12.

Nei laboratori per il recupero dei materiali, la manualità dell’uomo e l’ingegneria robotica sono perfettamente unite per riuscire a recuperare tutti i materiali adoperati nelle componenti degli iPhone.

Parliamo di 14 materiali: cobalto, alluminio, rame, vetro, zinco, argento, oro, litio, acciaio, tantalio, carta, stagno, tungsteno e plastica; la maggior parte sono metalli, ricavati da tonnellate e tonnellate di roccia; altri, invece, sono il prodotto di trasformazioni delle materie prime e terre rare.

Questi materiali si trovano, ad esempio, nelle saldature delle motherboard, nelle scocche degli iPhone, nelle batterie e nei taptic engine. Per riuscire a suddividere tutte queste parti, Daisy è formata da quattro stazioni: 

  • Nella prima stazione gli iPhone, dopo essere stati scansionati e preparati allo smontaggio, vengono privati del proprio display e vengono  rimossi la capsula auricolare, la fotocamera frontale e il face ID; questo tramite l’aiuto di un braccio meccanico;
  • Nella seconda stazione le batterie, dopo esser state congelate con un getto di azoto a – 80°C, vengono rimosse per evitare che esplodano nei processi successivi; una persona, successivamente, raccoglie tutte le batterie che arrivano dentro a delle celle di litio e le isola con del nastro isolante;
  • Nella terza stazione le viti, dopo che una pressa fora le scocche degli iPhone, ricava le viti con i loro supporti;
  • Nella quarta stazione le componenti rimaste, dopo che gli iPhone vengono scossi da un braccio, vengono recuperate; successivamente, Daisy, con la collaborazione dei dipendenti di questi laboratori, suddividono tutte le componenti nei diversi contenitori.

Parliamo di dati

Tramite questo processo, Daisy disassembla 1,2 milioni di dispositivi all’anno e 200 dispositivi all’ora; riducendo le estrazioni dalla roccia. Infatti, da una tonnellata di componenti smontati dai robot si possono recuperare oro e rame che verrebbero estratte da 2.000 tonnellate di roccia.

Le componenti che vengono recuperate finiscono in diversi stabilimenti che si occuperanno di ricavarne i materiali. In alcuni di questi stabilimenti vi sono altri robot che si occupano di alcune di queste componenti: Dave che disassembla Taptic Engine e magneti, recuperando terre rare, tungsteno ed acciaio; Taz che tritura i rifiuti elettronici per recuperare maggiore quantità di materiali preziosi, tra cui lo stagno dalle saldature delle motherboard ed altri materiali dagli speaker.

Tutti i materiali vengono utilizzati per realizzare nuovi dispositivi con materiale riciclato: scocche con alluminio riciclato,  batterie con cobalto riciclato, motherboard con saldature di stagno 100% riciclato, ecc.

Tuttavia, le pratiche di riciclaggio devono ancora essere ottimizzate, così come quelle di smontaggio, quindi, Apple deve ancora avanzare nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie di riciclaggio per migliorare il team di robot.

Non so voi, ma noi di NeoVolt non sappiamo veramente che cosa aspettarci da questi ulteriori studi, visto che così ci hanno già stupiti.

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Motorola DynaTac 8000x: 50 anni di storia dalla prima chiamata con un telefono cellulare

Se oggi abbiamo la possibilità di usare degli smartphone, potenti strumenti capaci di unire le caratteristiche di un telefono cellulare e le potenzialità di un computer, lo dobbiamo al direttore della divisione di ricerca e sviluppo di Motorola, Martin Cooper, imprenditore e ingegnere statunitense, che fu in grado di rivoluzionare il mondo delle telecomunicazioni.
Esattamente 50 anni fa, il 3 Aprile 1973, effettuò la prima chiamata da telefono cellulare, con un prototipo del Motorola DynaTac 8000X; arrivato sul mercato soltanto 10 anni dopo, il 6 marzo 1983.

Ecco un po’ di caratteristiche di Motorola DynaTac 8000X:

  • permetteva di effettuare fino a 30 minuti di chiamata; questo limite era dovuto dalla sua batteria, infatti, il tempo di ricarica era di 10 ore;
  • i contatti memorizzabili nella rubrica potevano essere solo 30;
  • il dispositivo pesava 793 grammi ed aveva una lunghezza di 25 cm; lo spessore era simile a quello di un mattone, infatti il suo soprannome era “the brick“;
  • era dotato anche di un’antenna dalle generose dimensioni per collegarsi alla rete AMPS, acronimo di Advanced Mobile Phone Standard, una rete analogica che funzionava a 800Mhz.

Il costo di questo gioiello? Ben 3.995$, vendibile anche in abbonamento a 60-100$ al mese; il prezzo non fu un limite, tanto che vennero vendute 300.000 unità.

Il Dynatac divenne iconico a tal punto che fece apparizione nel mondo del cinema in due film:

  • Wall Street, un film del 1987 diretto da Oliver Stone, interpretato da Michael Douglas ruolo di Gordon Gekko premiato anche con l’Oscar.
  • Wall Street – Il denaro non dorme mai, un film del 2010 e sequel del film Wall Street 1987.

Per arrivare ai giorni nostri, in cui il mercato risulta ormai saturo ed i produttori stanno puntando tutto su smartphone pieghevoli e dispositivi indossabili come i visori, dal 1980 il mondo del cellulare cavalcò anni di successo ed innovazione tecnologica. Alcuni dei cellulari più famosi della storia, fino ai nostri attuali smartphone, sono:

  • MOTOROLA MICROTAC1989, dalla forma particolare con sportellino apribile; con dimensioni più contenute rispetto al Dynatac: lungo 9 centimetri e con un peso di soli 3 etti. Segna il punto chiave nella storia in cui il cellulare diventa un oggetto tascabile;
  • Nokia 81101996, lo ricorderemo tutti poiché è stato usato nel film The Matrix, nel 1999, nella scena in cui Neo riceve il telefono in una misteriosa busta e risponde alla chiamata facendo scattare lo sportellino;
  • Nokia 32101999 e Nokia 33102000, forse i più famosi di tutti; infatti, sommando le vendite di tutte e due i modelli, hanno raggiunto 292 milioni circa di unità vendute;
  • BLACKBERRY 62102003, telefono che ha favorito l’informazione e la messagistica tramite la navigazione web e le e-mail, facilitate dalla qualità della tastiera QWERTY;
  • Motorola RAZR v32004, forse il telefono cellulare più sottile sul mercato al lancio, che fece raggiungere il più alto traguardo di successo a Motorola;
  • Nokia N952007, con sistema operativo Symbian ed orientato verso la multimedialità; equipaggiato di Wifi e GPS integrato con doppia apertura slider.
  • iPhone9 gennaio 2007, data che rimarrà nella storia, poiché Steve Jobs presenta sul mercato mondiale il primo smartphone di Apple, un prodotto completamente diverso dai precedenti;
  • HTC DREAM2008, il primo smartphone basato sul sistema operativo Android (Google) ad essere rilasciato sul mercato che apre la battaglia Android vs iPhone; arrivato sul mercato italiano tramite la commercializzazione di Tim e solo nei primi mesi del 2009 al prezzo di € 429,00.

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